Durante la trasmissione "A nostro parere", in programma su Radio RSC, è intervenuto Gianni Simonelli. Ecco le dichiarazioni dell'esperto allenatore, ex fra le altre di Salernitana, Benevento e Nocerina.
Su Braglia: "Per lui parla la sua storia. Ha ottenuto promozioni in città importanti: a Catanzaro, a Pisa, a Cosenza e con la Juve Stabia. Per me è il migliore, va tenuto stretto perché con lui è possibile il salto di categoria. È concreto, senza fronzoli, le sue squadre verticalizzano. Conosco il suo valore, la sua competenza e la sua determinazione ed è l'unica persona che possa consentire all'Avellino di tornare in B e non lo dico assolutamente per una forma di cortesia".
Sui problemi dell'Avellino: "I numeri che dicono che l'Avellino ha la seconda miglior difesa con sette gol subiti, ma ha solo 8 gol all'attivo, che oggettivamente sono pochi. Credo dipenda da questo, evidentemente la fase offensiva non è come quella difensiva. I numeri sono ineludibili, non interpretabili, questa è la realtà. Molto probabilmente posso immaginare eccessive aspettative sulla squadra dopo un ottimo campionato e questo può aver inficiato sul rendimento della stessa squadra, di piu non so dire. È normale che siano sotto pressione, soprattutto in una piazza come Avellino che aspira ad entrare nel grande calcio. Se la squadra è sopravvalutata non lo so perché vivo lontano dalla situazione e da quello che succede".
Sulla partita col Catania: "L'ho vista, l'Avellino ha giocato nella metà campo avversaria. Ho una mia opinione dopo tanti anni di calcio su cosa significhi giocar bene: per me significa avere una squadra presente, concentrata, determinata e cattiva, dove non ci siano atteggiamenti da prime donne. Questo l'ho visto nell'Avellino: è una squadra volitiva, cattiva, determinata. Ieri sera mi ha fatto una buona impressione, non ha fatto tanti tiri in porta ma ha personalita, cattiveria e determinazione".
Sulla possibilità di allenare l'Avellino in passato: "Quando era presidente Casillo fui contattato in maniera ufficiale. Provenivo da un'esperienza molto dura a Taranto, feci la preparazione dopo la finale play-off persa col Catania e poi per divergenze con la società diedi le dimissioni. In quel momento (nel 2002/2003, ndr) non avevo la forza mentale di ricominciare subito, altrimenti sarei stato l'allenatore della squadra che poi vinse con Vullo".

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 21 ottobre 2021 alle 21:38
Autore: Adelmo Pagliuca
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